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Lo scrittore Gesualdo Bufalino protagonista del libro di Giulia Cacciatore

Giovedì 24 febbraio 2022 alle ore 21, presso la biblioteca Salvemini del Comune di Scandiano, verrà presentato il libro “La neve e il sangue” di Giulia Cacciatore


Attraverso una serie di documenti inediti e di testimonianze dirette, Giulia Cacciatore ricostruisce la biografia giovanile dello scrittore Gesualdo Bufalino (1920-1996), e in particolare il periodo della guerra e della resistenza da lui trascorso tra Scandiano e Quattro Castella. Gesualdo Bufalino viene chiamato alle armi nel 1942, ha appena conseguito la maturità classica e si è iscritto all’università di Catania. Viene dapprima inviato ad Ancona e poi a Fano al corso allievi ufficiali; nominato tenente, viene destinato a Sacile, in questo suo percorso conosce per la prima volta la neve ed il freddo. A Sacile, grazie all’aiuto di alcune ragazze del luogo, riesce a sfuggire dopo l’armistizio ai tedeschi. Dopo avere sognato diverse ipotesi, decide di raggiungere i suoi amici Maione in Emilia. Parte, a piedi e con mezzi di fortuna arriva a Pratissolo di Scandiano dove trova ospitalità. Bufalino per il regime fascista è un disertore, quindi, se catturato, destinato alla fucilazione. Stessa sorte avrebbe colpito anche chi gli avesse dato ospitalità.


Per sfuggire alle retate, vaga tra Scandiano, San Ruffino, Vezzano, Quattro Castella, nel suo migrare conosce una ragazza di 16 anni con la quale inizia una relazione. Questa ragazza abita nella locanda della Bettola e muore, insieme ad altri, nel rogo provocato dai tedeschi per rappresaglia. Nel 1944 si ammala e viene ricoverato all’ospedale Magati, la diagnosi è tubercolosi. Il direttore dell’Ospedale è il professor Biancheri che si prende cura di Bufalino e lo ammette alla sua biblioteca, momentaneamente ubicata nei sotterranei dell’Ospedale. La sua permanenza in Ospedale dura fino al 1946 quando viene trasferito all’Ospedale Ingrassia di Palermo, dal quale esce guarito nel 1947, anno nel quale si laurea. Gli anni trascorsi in latitanza e quelli vissuti negli ospedali, dove vede e talvolta assiste alla morte, sono gli elementi trasfigurati nella sua prima pubblicazione avvenuta nel 1981 dal titolo “Diceria dell’untore”, con la quale vince il premio Campiello.


Giulia Cacciatore indaga anche sugli amici che lo hanno aiutato nella sua latitanza, da quelli fraterni di Comiso a quelli acquisiti nel periodo Reggiano, che lo hanno nascosto e accolto come i Bellentani, i Corradi, i Franzini, i Ferretti, gli Olmi; in particolare Giulia evidenzia la amicizia di Bufalino con Ugo Bellentani, amico dei partigiani ai quali forniva preziose informazioni. Scoperto Bellentani finì in un campo di smistamento a Bolzano, dove soffrì ogni tipo di angherie e soprusi, oltre alla mancanza di cibo; tornò a casa che pesava poco più di quaranta chili, aveva 25 anni. I fratelli Maione e Bufalino fecero conoscere Antonia Maione a Ugo Bellentani l’anno dopo i due giovani si sposarono a Taormina.

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